giovedì 27 ottobre 2011

Il rito de “ IS FRACCHERAS” un rito unico che si svolgeva in Sardegna il 2 Novembre nel piccolo paese chiamato Gadoni



Tempo prima del 2 Novembre i Gadonesi si recavano in campagna a raccogliere “S'iscraria” e “sa feurra” che, una volta seccate,venivano unite in fasci di lunghezza variabile dai 2 ai 4 m e dal diametro di circa 30-50 cm. Il compito di sorreggerle era affidato ai giovani: all'imbrunire veniva dato fuoco ad un'estremità della fascina che i partecipanti al rito dovevano portare per le vie del paese senza mai lasciarla spegnere. Era considerato abile chi riusciva a rientrare con “ SA FRACCHERA” consumata quasi completamente. Pare che il significato di questo rito fosse quello di condurre fuori dall'abitato le anime erranti dei defunti che, seguendo la luce delle fiamme, lasciavano il paese. A contorno di questa particolare “corsa” si disponevano per le vie del paese “ IS CONCAS DE MORTU”, zucche svuotate e scavate a mo' di teschio con all'interno una candela accesa. Il tutto era reso ancora più suggestivo ed a tratti macabro dai rintocchi delle campane che suonavano “ S'AGONIA”. Questa tradizione molto antica è in disuso da molto tempo.

Il termine “FRACCHERA”, deriva da “FRACCA” (fiamma,fiaccola dal latino flacca-Flac'ula) e sta ad indicare la fiamma sprigionata dagli steli di asfodelo e ferula uniti e bruciati in una grande fascina. L'utilizzo di questa particolare pianta risale all'antichità classica in cui l'asfodelo era considerato il fiore tipico del regno dei morti ( secondo Omero le ombre dei morti si aggirano nei prati di asfodelo-Odissea XI).




Studio sulle tradizioni popolari della mia terra Sardegna-Gian Luca Casu

sabato 15 ottobre 2011

Il grande restauro del Nuraghe Maiore - Cheremule


Cheremule Nuraghe Majore 13 Ottobre 2011 dopo l'ultimo restauro Il nuraghe Maiore di Cheremule, risalente all'età del bronzo (XIV-IX secolo a.C.), è del tipo monotorre, di forma tronco-conica, ed è alto allo stato attuale più di otto metri, con evidente rastrematura verso l'alto; presenta un unico ingresso sul lato sud-est. Dall'ingresso, un corridoio conduce alla camera centrale del piano terra, costituita da una struttura a tholos, mentre sulla sinistra si accede ad una scala, che conduce al piano superiore. Poichè la torre è stata interessata da un crollo di notevole entità, prima degli anni '80, si è reso necessario un primo intervento di restauro, effettuato nel 2003, al quale fa seguito questo in corso. Il restauro, in via di conclusione nel 2007, intende risarcire l'ampia lacuna sul paramento murario ed è stato realizzato con le stesse tecniche dei costruttori nuragici, reintegrando l'opera muraria a secco. Analogamente, la tholos del vano scala è stata ricostruita riutilizzando i blocchi di crollo, che sono stati posti in opera con particolare attenzione riguardo agli sbalzi. L'intervento segna un passo fondamentale nel restauro delle strutture megalitiche, poichè si riappropria dell'antica tecnica di costruzione nel segno di una continuità strutturale e formale con l'antico. Patrizia L.Tomassetti