sabato 30 luglio 2011

Il vero dolore.

Solo con la perdita di una persona molto cara,ci si amalgama col vero Dolore.Gian Luca Casu.

venerdì 29 luglio 2011

Racconti Popolari - Perda Liana

Si diceva che la porta dell'inferno fosse a Gairo,a Perda Liana.Per diventare ricchi ed ottenere tutto ciò che non si può avere normalmente,bastava recarsi di notte a Perda Liana e invocare il diavolo,questo in cambio dell'anima avrebbe dato al richiedente qualunque cosa - racconti popolari ricerche Gian Luca Casu

martedì 26 luglio 2011

giovedì 21 luglio 2011

S'Istrumpa...

E' certamente una forma di combattimento molto antica,probabilmente uno degli sport più antichi dell'umanità.Questa lotta tramandatasi per millenni,di generazione in generazione,ha conservato nel tempo le sue regole e le sue tecniche. S'istrumpa veniva praticata in tutta la Sardegna (principalmente nel mondo agro -pastorale) con forme e regole molto simili: " a manu a  inthu ", " inthu po inthu ", " inthu partiu " ecc a seconda del comune o della zona questi termini avevano un unico significato gherrare ( lottare ) a s'istrumpa ad armi pari.Diversi studiosi hanno accomunato a s'istrumpa un'altra forma di lotta caduta in disuso in tutta la Sardegna chiamata "a francas" o "a brazzos".Una forma di lotta completamente diversa.Questo tipo di lotta consiste nell'afferrarsi al bavero della giacca o sugli omeri (se non si aveva la giacca) con un braccio sopra quello dell'avversario per combattere alla pari.

mercoledì 20 luglio 2011

Adulti

Molti adulti si comportano come i bambini,e invece i bambini nascono già Adulti.Gian Luca Casu.

Fratelli..

La Causa dei litigi tra fratelli, è sempre la stronzaggine della Moglie di uno dei due..

Il dolore

Solo con la perdita di una persona molto cara,ci si amalgama col vero Dolore.Gian Luca Casu.

mercoledì 13 luglio 2011

Per Non Dimenticare - Luglio 1911- La xenofobia contro i Sardi si manifesta in tutta la sua feroce violenza al grido"Morte ai Sardegnoli"

Era il 1911, anno in cui molti sardi riponevano nell’emigrazione la speranza di una vita migliore. Nel luglio di quell’anno per circa 400 Sardi il sogno svanì sul suolo italico in una tragica realtà di persecuzione e d’orrore.
Circa mille Sardi, quasi tutti minatori del sud Sardegna, furono impiegati per la costruzione della linea Roma-Napoli. Assumere sardi era allora conveniente, poiché lavoravano sodo, in cambio, a parità di mansione, di un salario inferiore a quello di loro colleghi continentali. Quattrocento operai isolani furono, quindi, stanziati temporaneamente nel comune di Itri, all’epoca in provincia di Caserta e oggi di Latina,gli abitanti di Itri, però, fomentati e spalleggiati indirettamente dai mass-media italiani che descrivevano i sardi come una «razza inferiore e delinquente per natura», sollevavano pregiudizi razzisti. A servirsi di questa opinione diffusa e consolidata in una costante tensione sociale fu la camorra che riuscì a trasformare tale convinzione in sentimento di odio e così la  furia fanatica razzista si compì tragicamente nei giorni di mercoledì e giovedì 12 e 13 luglio del 1911. Al grido «Morte ai sardegnoli» i nostri antenati furono per questi due giorni le prede indifese della «caccia al sardo».Nel primo giorno un gruppo di operai fu insultato e provocato nella piazza dell’Incoronazione, l’epicentro della storia. Al grido «Fuori i sardegnoli», la parola d’ordine per richiamare gli itrani in quel luogo, a centinaia accorsero armati, attaccando da ogni parte i nostri conterranei inermi. In una ridda di sorpresa, di urla, anche le autorità locali aprivano il fuoco promettendo immunità ai compaesani, non di meno fecero i carabinieri, i quali spararono sui sardi in fuga. Quel giorno, il selciato italico s’impregnò del primo sangue dei martiri trucidati barbaramente. Gli operai scampati alla persecuzione xenofoba si rifugiarono intanto nelle campagne circostanti.L’indomani, i lavoratori rientrarono nel paese per raccogliere i loro fratelli caduti come soldati in guerra, ma la «fratellanza operaia», «la pietà cristiana», si evidenziarono utopiche mete. La seconda giornata di caccia all’«animale sardo» era aperta! Gli itrani, ancora accecati dall’odio razzista si scagliarono nuovamente contro i lavoratori sardi inermi e, con più raziocinio criminale del giorno prima, ancora ammazzarono. In queste due giornate furono massacrate una decina di persone, tutte sarde. Il numero esatto delle vittime non si venne mai a sapere, poiché gli itrani trafugarono numerosi cadaveri e feriti moribondi. Alcuni operai sequestrati subirono la tortura e una sessantina furono i feriti, di cui, diversi, molto gravi, perirono in seguito. Molti sardi scampati alla strage furono arrestati con la falsa accusa di essere rissosi. Mentre, altri, per la stessa accusa, furono espulsi da quella «terra del lavoro» e rispediti in Sardegna. Pagarono caro il prezzo della loro provenienza e cultura.Per questi fatti nessun Itriano fu punito. E il grave avvenimento fu subito occultato.

domenica 10 luglio 2011

Nell'alba d'un giorno..

ERBA BAGNATA DI RUGIADA
VENTO TIEPIDO CHE ACCAREZZA LA TUA PELLE.
NELL’ALBA D’UN GIORNO ISOLANO
PRENDERTI PER MANO E PORTARTI VIA.
LONTANO, LONTANO.
                                                                       Gian Luca Casu

Vorrei stringerti...

VORREI IN UN GIORNO BUIO D'INVERNO
CONTEMPLARE IL TUO CORPO STUPENDO
STRINGERTI FORTE TRA LE MIE BRACCIA
BACIARTI, ACCAREZZARTI E PAROLE D'AMORE SUSSURRARTI.
VORREI IN UN GIORNO BUIO D'INVERNO.
ORA MI ACCONTENTO DI IMMAGINARTI OGNI MOMENTO
ASPETTANDO UN GIORNO BUIO D'INVERNO.
Gian Luca Casu

Il sorbetto del Gennargentu,Sa Carapigna

Un antenato dell'odierno gelato è "Sa Carapigna" un sorbetto al limone che risale ai primi anni del XVII secolo era un prodotto tipico del Gennargentu, Conosciuto e venduto in tutta la Sardegna. Elemento fondamentale per fare questo primitivo gelato ere la NEVE, Veniva raccolta in inverno dai "Niargios" questa veniva posta all'interno di buche circolari profonde dai tre ai cinque metri, chiamate Domos de su Nie (neviere in Italiano). La neve veniva pressata con appositi pali e poi ricoperta con uno strato protettivo costituito da frasche,felci e terra.In estate i blocchi di ghiaccio venivano recuperati,e trasportati a dorso di cavalli nelle varielocalità dell'Isola, dove veniva preparata " Sa Carapigna" in occasione delle feste paesane.Il procedimento per la realizzazione di questo gelato sardo era molto lungo e faticoso e richiedeva l'utilizzo di un contenitore ligneo,in cui era posta la neve, e di un contenitore in metallo in cui i "Carapigneris" mescolava acqua,zucchero e limone. agli inizi i privati avevano l'esclusiva del commercio della neve, poi dalla metà del Seicento il monopolio passò al fisco Spagnolo,che impose pesanti tasse su questa attività, che fù quindi soppiantata prima dall'importazione del meno costoso ghiaccio Norvegese, poi in seguito all'apertura della prima fabbrica di ghiaccio a Cagliari, cessò definitivamente la sua produzione.